Familia Mama Antula

María Antonia de San José Paz y Figueroa

Por favor escribí algo más...

Inicio Experiencias Cartas y Escritos Libros y Videos Devoción Institucionales
Filtros
Introducción 1778
1780 - 1784
1785 - 1789
1790 - 1794

Ficha Técnica

  • Fecha: 29/jun/1786
  • De: Desconocido
  • Para: Desconocido
  • Desde: Buenos Aires
  • Idioma: Italiano

Carta 36 - De Desconocido para Desconocido - Buenos Aires - 29/jun/1786

Carta de un párroco de Buenos Aires a un destinatario desconocido, probablemente miembro de la Compañía de Jesús. El sacerdote revela en esta carta escrita en italiano que el Padre Diego Toro acompañó a Mama Antula desde Jujuy hasta Buenos Aires, y dice que Mama Antula es una mujer santa. Comenta el espíritu de la época y sostiene que todos compiten por imitar a los jesuitas, y que los habitantes de la ciudad están persuadidos de que la expulsión de la Compañía de Jesús de América fue una calumnia.
Mama Antula ingresando a la Iglesia de La Piedad de Buenos Aires en 1779. En 7 años posibilitó que 50 mil almas hicieran los Ejercicios Espirituales ignacianos y que el pueblo reconociera que la expulsión de los Jesuitas de América fue una injusticia.

Non ho potuto rispondere alla vostra prontamente, perché con l’occasione di aver dati gli Esercizi a molti scolari, coi quali erano ancora molti altri Ecclesiastici, mi prese un forte raffreddore, che mi portò in letto; e dal letto bisognava andare a fare le esortazioni. Finiti di darli, e di farli ancora io i detti Esercizi, mi venne un gran tumore ad un ginocchio, e bisognò che il chirurgo aprisse e tagliasse. E quest’incomodo, se non pericoloso, bensì penoso, ho sofferto per due mesi. Ed ecco il motivo ancora, e perché appena avevo io tempo di pensar prima per far le esortazioni, per il che mi scusai fortemente colla Sig.ra Maria Antonia a non poter dar gli Esercizi agli Ecclesiastici Sacerdoti; promettendole di servirla in quest’altro anno con maggior comodo in questo santo ministero. Ma credo non avrà più bisogno di me, perché il Rev.do P. Fr. Diego Toro, che è stato dei primi Direttori e che la ha accompagnato dalla Città di Jujuy sino a questa Capitale, ha terminato il triennio di Provinciale di questa Provincia e ripiglia un’altra volta questo santo ministero. In questa maniera io senza la fatica di dar gli Esercizi, avrò la consolazione di rifarli sotto la direzione del devoto Padre, insieme con molti altri sacerdoti ai principi dell’agosto.

Nei tre anni che ha mancato questo Padre, hanno dati gli Esercizi: D. Perdriel, Dominicano; il Dottore in Teologia Solà, Sacerdote esemplare e portato molto per le funzioni del ministero parrocchiale; ed il Dottore in Teologia Don Vincenzo Jaunzaras, chi è passato a miglior vita il 20 del corrente mese con dispiacere universale di tutta questa Città, per le sue molte virtù e gran zelo del bene spirituale dei prossimi. Questipromosse ed ha lasciata ben stabilita la Scuola di Cristo, o la Congregazione nella chiesa del Collegio grande, che fu dei Gesuiti, nelle domeniche, conformandosi in tutto secondo e come loro la facevano, sin a sporger ai fedeli ogni mese i Santi, cioè le sentenze della Sacra Scrittura e dei Santi, come facevano quelli della Compagnia di Gesù. Con questo santo Esercizio della Congregazione, che lo faceva per la sera, e pubblicamente, per tutti quanti uomini e donne, fece gran guerra alla Commedia, perché il suo fervore ed efficacia dei suoi discorsi era tanto, che quasi tutta la gente imaneva in chiesa e ristava vuoto il teatro. Insomma era tale il concorso, quale essere soleva a tempo dei Gesuiti nelle domeniche di quaresima. Altri Preti ancora e Parrochi portati da questo medesimo zelo hanno ristabilita la Buona Morte nelle loro Parrocchie. Tutto questo è un effetto degli Esercizi della Sig.ra Maria Antonia di S. Giuseppe; come ancora che le medesime comunità religiose facciano indefettibilmente ogni anno i suddetti Esercizi nei loro Conventi e Monasteri. Sicché, Signore, mio, non si fa già qui altro che lodare, comandare e proclamare senza nessun riguardo la Compagnia di Gesù.

Tutti fanno a gara d’imitare i Gesuiti. Il mondo già è affatto disingannato e spregiudicato dei delitti a loro imputati. Quasi tutti sono già persuasi e gridano ancora essere stata una calunnia. Tutti confessano già in alta voce il mancamento che fanno, particolarmente per l’educazione della gioventù, e per la conversione del gentilismo. I loro nemici non parlano più niente in contrario; si vedono confusi e stanno zitti. Ma quando saranno ristabiliti, e noi altri avremo la consolazione di vederli, Dio lo sa, loro signori osservano un gran silenzio; niente ci scrivono di queste cose. Sappia però lei, che qui sappiamo più di quel che si crede. “Nihil occultum, quod non reveletur”, dice Gesù Cristo; e prima dell’ultimo giorno del mondo va scoprendo il Signore le cose, con le quali sono stati calunniati. Punto, e passiamo ad altra cosa. Ritornando dunque agli Esercizi, ed in particolare alla Promotrice di essi, la Signora Donna Maria Antonia di S. Giuseppe, vi dico chiaramente che è una Santa Donna. ssa si è fidata di me per cose, e mi ha fatto molti servizi, tutto contro il mio merito; non è però questo, quel che mi muove; la forza della verità è quella che mi obbliga a pubblicare. Essa dunque è una Serva di Dio, ed una donna sincera senza cerimonia, modesta senza affettazione, affabile senza finzione, ed a tutti è una santa. Il di lei zelo per il bene delle anime è grande, ed universale. Essa ugualmente tratta e riceve il nobile ed ignobile, il ricco ed il povero. Sono più di sei anni che senza interruzione fa dare gli Esercizi in questa Città, a più di duecento persone per volta. È tale la buona fama di questi Esercizi, che sono venuti a bella posta per farli dalle altre città distanti, ed anche dalla Spagna. Essa paga ogni mese quaranta pezze, e qualche volta ha pagati cinquanta per la Casa degli Esercizi. Essa tutta fidata nel suo Bambin Gesù, fa debito di 2.000 pezze, come lo fece per solo pane con i fornai; e tutto paga essa puntualmente, senza però che si sappia, che dia fastidio a nessuno, o che cerchi troppo limosine d’altri. Una volta mi presi la confidenza di domandarla che cose si faccia tanto coraggio per una impresa così dispendiosa. Essa mi rispose: “Come che sono assicurata della Providenza del Signore; non però avrei avuto questo coraggio se mi fosse stato promesso il tesoro del Re”.

Essa vive e sta con la speranza di andar di qua a stare o di unirsi con i Gesuiti; e quando io per provarla metto della difficoltà, subito essa mi mostra il gran Poter di Dio, la fede che dobbiamo aver di Dio tutti; e bisogna azzittirsi. Insomma, non c’è più carta per scrivervi di più, e farebbero bisogno molte risma di carta per potervi scrivere le cose della Madre Beata Maria Antonia di S. Giuseppe, che così la chiamano. Sono Vostra.

Traducción al castellano

Mama Antula ingresando a la Iglesia de La Piedad de Buenos Aires en 1779. En 7 años posibilitó que 50 mil almas hicieran los Ejercicios Espirituales ignacianos y que el pueblo reconociera que la expulsión de los Jesuitas de América fue una injusticia.

No pude responder a vuestra [carta] con prontitud, porque, con motivo de haber dado los Ejercicios a muchos escolares —junto con los cuales había también muchos otros eclesiásticos—, me dio un fuerte resfrío que me llevó a cama; y desde la cama debía ir a hacer las exhortaciones. Terminando de darlos, y de hacer yo mismo dichos Ejercicios, me vino un gran tumor en una rodilla, y fue necesario que el cirujano la abriera y cortara. Y esta molestia —si no peligrosa, sí muy penosa— la he sufrido durante dos meses. Y he aquí el motivo por el cual apenas tenía tiempo de pensar previamente para hacer las exhortaciones, por lo que me disculpé encarecidamente con la señora María Antonia por no poder dar los Ejercicios a los eclesiásticos sacerdotes; prometiéndole servirla este otro año con mayor comodidad en este santo ministerio. Pero creo que ya no tendrá necesidad de mí, porque el reverendo padre fray Diego Toro, que fue uno de los primeros Directores y que la acompañó desde la ciudad de Jujuy hasta esta Capital, ha terminado el trienio como Provincial de esta Provincia, y retoma otra vez este santo ministerio. De este modo, yo, sin la fatiga de dar los Ejercicios, tendré la consolación de hacerlos de nuevo bajo la dirección del devoto Padre, junto con muchos otros sacerdotes, a principios de agosto.

En los tres años en que este Padre ha estado ausente, han dado los Ejercicios: don Perdriel, dominico; el doctor en Teología Solà, sacerdote ejemplar y muy apto para las funciones del ministerio parroquial; y el doctor en Teología don Vicente Jaunzaras, quien pasó a mejor vida el día 20 del corriente mes, para pesar universal de toda esta Ciudad, por sus muchas virtudes y su gran celo por el bien espiritual del prójimo. Este último promovió y dejó bien establecida la Escuela de Cristo —o la Congregación— en la iglesia del Colegio grande, que fue de los Jesuitas, los domingos, conformándose en todo a como ellos la realizaban, hasta el punto de ofrecer a los fieles todos los meses los “Santos”, es decir, las sentencias de la Sagrada Escritura y de los Santos, como lo hacía la Compañía de Jesús. Con este santo ejercicio de la Congregación, que se hacía por la tarde y públicamente para todos —hombres y mujeres—, hizo gran guerra a la Comedia [al teatro], porque su fervor y la eficacia de sus discursos eran tales, que casi toda la gente permanecía en la iglesia y quedaba vacío el teatro. En suma, tal era la concurrencia como solía ser en tiempo de los Jesuitas en los domingos de cuaresma. Otros sacerdotes y párrocos, movidos por este mismo celo, han restablecido la Buena Muerte en sus parroquias. Todo esto es un efecto de los Ejercicios de la señora María Antonia de San José; así como también que las mismas comunidades religiosas hagan indefectiblemente cada año los mencionados Ejercicios en sus conventos y monasterios. De manera que, señor mío, aquí no se hace otra cosa que alabar, encomiar y proclamar sin ningún reparo a la Compañía de Jesús.

Todos compiten en imitar a los Jesuitas. El mundo está ya totalmente desengañado y libre de prejuicios sobre los delitos que se les imputaban. Casi todos están ya persuadidos —y lo proclaman— de que aquello fue una calumnia. Todos confiesan ya en alta voz la falta que hacen, particularmente para la educación de la juventud y para la conversión del paganismo. Sus enemigos ya no dicen nada en contrario; se los ve confundidos y callan. Pero cuándo serán restablecidos, y cuándo tendremos nosotros la consolación de verlos, Dios lo sabe; sus señorías guardan un gran silencio; nada nos escriben sobre estas cosas. Sepa, sin embargo, que aquí sabemos más de lo que se cree. “No hay nada oculto que no haya de revelarse”, dice Jesucristo; y antes del último día del mundo el Señor va descubriendo las cosas por las cuales han sido calumniados. Basta, y pasemos a otra cosa.

Volviendo, pues, a los Ejercicios, y en particular a su Promotora, la señora doña María Antonia de San José, le digo claramente que es una Santa Mujer. Ella se ha fiado de mí para muchas cosas, y me ha hecho muchos servicios, todo por encima de mi mérito; pero esto no es lo que me mueve, sino la fuerza de la verdad, que me obliga a publicarlo. Ella, pues, es una Sierva de Dios, y una mujer sincera sin afectación, modesta sin artificio, afable sin fingimiento, y para todos es una santa. Su celo por el bien de las almas es grande y universal. Trata y recibe por igual al noble y al plebeyo, al rico y al pobre. Son más de seis años que, sin interrupción, hace dar los Ejercicios en esta Ciudad, a más de doscientas personas por vez. Tal es la buena fama de estos Ejercicios, que han venido expresamente a hacerlos desde otras ciudades distantes, e incluso desde España. Ella paga cada mes cuarenta piezas, y alguna vez ha pagado cincuenta, por la Casa de los Ejercicios. Ella, confiada enteramente en su Niño Jesús, contrajo una deuda de 2.000 piezas, como hizo solo por pan con los panaderos; y todo lo paga puntualmente, sin que se sepa que incomode a nadie ni que busque limosnas excesivas de otros. Una vez me tomé la confianza de preguntarle de dónde sacaba tanto ánimo para una empresa tan costosa. Me respondió: “Porque estoy segura de la Providencia del Señor; no obstante, no habría tenido este coraje si me hubiera sido prometido el tesoro del Rey”.

Ella vive con la esperanza de marcharse de aquí para residir o unirse con los Jesuitas; y cuando yo, para ponerla a prueba, presento alguna dificultad, enseguida me muestra el gran Poder de Dios y la fe que todos debemos tener en Él; y no queda sino callarse. En fin, ya no tengo más papel para escribirle más, y harían falta muchas resmas de papel para poder escribirle todas las cosas de la Madre Beata María Antonia de San José, que así la llaman. Soy vuestro.

Cf. ARSI 175 (en italiano). Buenos Aires, 29 giugno 1786.